Ci sono alcune parole che e’ meglio non utilizzare. Alcune perché sono brutte, altre perché sono inflazionate.
Tra le brutte: “assolutamente”, “a trecentosessanta gradi”, “vero e proprio”, “e quant’altro”, “straordinario”, “capolavoro assoluto”.
Tra quelle inflazionate: “declinare”, “calligrafico”, “nichilismo”.
Vi sono, poi, parole che vi etichettano. Provate a usare “dissonanza”, “asimmetria”, “invarianti” e vi metteranno subito la giacchetta dello zeviano. “Tettonica”, “autonomia” e”appropriatezza” appartengono a un’altra parrocchia.
Bisognerebbe infine evitare di citare, a meno che ciò non sia strettamente necessario allo svolgimento del ragionamento, i filosofi alla moda, chiamandoli in causa solo per mostrare di averli letti. E’ una fatica sprecata perchè nessuno crederà che vi siete persi tra le pagine di Essere e tempo di Heidegger o che passiate i vostri fine settimana in compagnia di Deleuze. Tutti sanno che la gran parte degli architetti, soprattutto se accademici, hanno delle fonti della cultura moderna una conoscenza di seconda o di terza mano.
Ma di questo argomento parleremo in una prossima puntata (LPP).